Stravaganze in sol minore chiude l’edizione 2024 di Komorebi, la luce che filtra

Stravaganze in sol minore chiude l’edizione 2024 di Komorebi, la luce che filtra

Si chiude sabato 30 novembre alle ore 16 al PARC con lo spettacolo Stravaganze in sol minore l’edizione 2024 di Komorebi, la luce che filtra, rassegna a cura di Stazione Utopia per Autunno Fiorentino.

Stravaganze in sol minore
Komorebi 2024

Il virtuosismo magico di Toti Scialoja (1914-1998), maestro non solo di immagini, ma anche di parole, è alla base di questa creazione per famiglie e ragazzi, coprodotta da Centro coreografico Nazionale/ Aterballetto e Centro Teatrale Bresciano e in coproduzione con Centro Servizi Culturali Santa Chiara. Regia e coreografia sono di Francesca Lattuada, in scena due giovani interpreti: la danzatrice di Aterballetto Vittoria Franchina e l’attore Rocco Ancarola. Musica: The Klezmorin, Gustav Mahler, Dean Martin, Clara Rockmore.

Alla visionarietà che caratterizza il lavoro di Francesca Lattuada corrisponde l’universo visivo dell’artista Natali Fortier, capace di evocare strani mix tra esseri zoomorfi e antropomorfi, che ha realizzato delle maschere per l’occasione.
La sonorità delle parole e gli imprevedibili accostamenti della fantasia conducono verso una “una pedagogia dell’immaginazione”, come direbbe Italo Calvino, non a caso uno dei più grandi estimatori di Toti Scialoja.

Stravaganze in sol minore - (ph. Harabel Contemporary Art Platform)

Stravaganze in sol minore – (ph. Harabel Contemporary Art Platform)

“La materia prima del progetto sono le brevi poesie di Toti Scialoja estratte dalla raccolta La mela di Amleto. Questi «haïku» -dichiara Francesca Lattuada-sono intrisi di un’assurda serietà, e agiscono come dei mantra dalle virtù magiche. Le vibrazioni che sgorgano dalle poesie di Scialoja sono come gli anelli infiniti che si creano alla superficie dell’acqua quando si getta un sasso: evocatori di immagini irreali o iperreali, portatori di una musicalità che mescola poesia e filastrocca, fanno sì che straordinario e spaventoso si diano la mano”. 

Francesca Lattuada

Artista eclettica e completa, Francesca Lattuada parte da un diploma in Belle Arti, a cui seguono diversi seminari teatrali con Luca Ronconi, Tadeus Kantor e Jerzy Grotowski. Trasferitasi nel 1985 in Francia (che diventerà la sua patria d’adozione), si dedica soprattutto alla danza contemporanea, perfezionandosi con Hans Züllig e Jacques Patarozzi e avvicinandosi alle forme spettacolari orientali come il Teatro Nô, il Kabuki, la danza e il canto indiani.

Dopo le collaborazioni con Catherine Diverrès e François Verret, nel 1990 fonda la sua compagnia, Festina Lente, con cui firma Simplicissimus (1990), Hilarotragoedia (1991), Les dieux sont fâchés (1993-94), Zirkus (1996), Le Testament d’Ismaïl Zotos (1997), lavori in cui le varie influenze teatrali si fondono in un linguaggio essenziale, raffinato e fortemente estetizzante.

Lo spirito poliedrico della Lattuada si manifesta anche nel suo impegno nelle coreografie di carnevali e processioni tradizionali, nelle città di Metz e Annecy, oltre che nella messa in scena per l’Opéra di Strasburgo dell’opera Parabola per un’esecuzione in chiesa di Britten riletta secondo gli stilemi del Teatro Nô. La consacrazione arriva però soprattutto con La tribù Iota, spettacolo creato nel 2000 per i sedici giovani allievi uscenti dal CNAC, il Centro Nazionale delle Arti del Circo di Chalôns-en-Champagne, la cui fantasia ed effervescenza gli guadagna una lunga tournée oltre al plauso internazionale.

Tra gli ultimi lavori si ricordano Ostinato, assolo tagliato su misura per la danzatrice Rita Quaglia, e Allegro macabro, parte di un dittico co-firmato con il coreografo giapponese Saburo Teshigawara, in prima mondiale al Grand Théâtre de Genève per il maggio 2006.

Francesca Lattuada ha cantato e danzato con il chitarrista jazz Manu Codjia al concerto Songs all’interno dell’edizione del 2008 di Nuits Blanches a Parigi.
Nel novembre 2017, ha creato la coreografia e i costumi di Ballet Royal de la Nuit con Ensemble Correspondances, diretto da Sébastien Daucé (realizzato al Théâtre de Caen, con la direzione di Patrick Foll). Nell’ottobre 2018, ha portato in scena la Cenerentola di Rossini al Teatro delle Muse ad Ancona. Una riproposizione del Ballet Royal de la Nuit è avvenuta nel 2020 (Théâtre de Champs-Elysées a Parigi, Théâtre de Caen, Opéra de Rouen, Théâtre de Luxembourg, Opéra Royale de Versailles…).

Per Aterballetto crea, all’interno di MicroDanzeEppur si muove (2021)

Komorebi è un progetto di Stazione Utopia realizzato con il contributo di Comune di Firenze / Autunno Fiorentino 2024, con il sostegno di Mic Direzione generale spettacolo e in collaborazione con Direzione regionale Musei nazionali Toscana del Ministero della Cultura, Ville e Residenze Monumentali Fiorentine, NBDT, PARC – Performing Arts Research Centre, RSA Il Giglio, Società di Danza Firenze, Ass. Ieri Oggi e Domani, Centro Metropolis, Consorzio Martin Luther King, The Gate Florence Dance Urban school, Florence Pole Dance Studio, Combo Social Club-Centro Giovani.

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