“Luce de l’occhi” di Francesco Bax
Prima europea il 13 Giugno 2019 al Gdanski Festiwal Tanca in Danzica, Polonia
“Le mie radici avevano bisogno di acqua.
Aria calda e gelida, che ti accarezza e ti prende a schiaffi.
Luce.”
Catapultato in vasi sanguigni in questa storia di un uomo che a piedi nudi, qui nel profondo Sud, a sottovoce, si chiede se può viversi un amore in un ossessione.
Video “Luce de l’occhi”
Colpito da un incantesimo d’amore.
(Una persona “normale” sotto effetto di incantesimo d’amore può diventare strana. Può presentare sintomi riconducibili a un normale esaurimento nervoso, oppure alla stanchezza, depressione. La vittima riscontra strani rumori, sensazioni di ombre fugaci, presenze inconsuete e invisibili nella casa. Non è più lo stesso, è totalmente demolito da influssi e forze malefiche che sottomettono il suo essere, anima e corpo).
Si interroga fino all’ ultimo respiro. Non lo saprà mai, il suo corpo precocemente invecchia. Velocemente.
Nella luce cerca conforto. A mani giunte, prova piacere. Si sente fratello.
Nel buio fugge da tanto, da tutto.
Infermo. Non più lui si ritrova.
Pace non avrà.
- Scritto e raccontato da Francesco Bax
- Voci e musica di Enza Pagliara e Dario Muci
- Tecnico Luci: Peppe Carone
“Mi sono ritrovato, tra le pareti che profumano di te nonno Francesco, da sempre e per sempre. Grazie.”
“Luce de l’occhi” raccontato da Francesco Bax

“Luce de l’occhi” di Francesco Bax
Nell’estate del 2018 ho avuto modo di ascoltare “Luce de l’occhi” in una sera d’estate in Salento, in un live prezioso appunto di Enza Pagliara e Dario Muci (autori di questo brano così poetico oltre che ad essere le voci e la musica). Da questo momento sentivo il mio corpo respirare, sentivo il bisogno di scrivere una storia mediterranea.
C’è voluto tempo con onestà che mi ha fatto maturare o perlomeno ordinare le idee, perché di onestà questo brano per me ha bisogno.
Dal gesto a quello che drammaturgicamente volevo raccontare, non desideravo dimenticare niente, non volevo e continuo a non volere e mai vorrò, ma soprattutto, snaturare niente.
Mi sono ritrovato poi dopo questo blocco di abitudini che ci è stato generale, in queste mura che hanno un vissuto meraviglioso, fatto di cuore e anche qui sono entrato a piccoli passi. Ho fatto attenzione. Spero di esser stato all’altezza della passione che ancora circola tra queste mura che profumano di te, mio caro Nonno Francesco. Grazie.
Catapultato del tutto, a cuore aperto come piace a me, in questo borgo, piccolo borgo (che ho voluto ricreare) qui nel profondo Sud, mi sono ritrovato in vasi sanguigni di quest’uomo che a piedi nudi, a sottovoce si chiede se può viversi un amore in un ossessione.
Si interroga fino all’ultimo respiro. Non lo saprà mai, il suo corpo precocemente invecchia. Velocemente.
Nella luce cerca conforto. A mani giunte, prova piacere. Si Sente fratello. Nel buio fugge da tanto, da tutto.
Infermo. Non più lui si ritrova.
Pace non avrà.
Per questo racconto ringrazio in modo importante e con la gioia negli occhi l’azienda MARIANOLIGHT dal 1989. Ringrazio per questo rosone meraviglioso che ha illuminato i miei passi. Ringrazio molto la persona di Giulio Mariano che mi ha dato fiducia.