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Il Balletto del San Carlo torna con gli spettacoli “Napoli”, “Les Sylphides” e “Raymonda e i giovani coreografi”

Il Balletto del San Carlo torna con gli spettacoli “Napoli”, “Les Sylphides” e “Raymonda e i giovani coreografi”

Il balletto del San Carlo torna con le riprese degli spettacoli “Napoli” e “Les Sylphides” di stasera ma soprattutto di “Raymonda e i giovani coreografi” domani sera in scena al Teatro Politeama. In questo caso le giovani Stefania Morra, Francesca Renzi e Chiara Scafati della Fondazione Lyceum di Mara Fusco di Napoli ci introducono nei meandri dei due spettacoli.

Balletto del San Carlo

Questo titolo racchiude diverse coreografie del repertorio: nella prima parte della serata viene proposto il terzo atto di “Raymonda”, celebre coreografia di Petipa. A seguire “Appointed Rounds” di Simone Valastro, “Delibes suite” di Jose Martinez, “Aria suspended” di Mauro De Candia e infine “Aunis” di Jacques Garnier. Il terzo atto di “Raymonda”, interpretato dalle Étoiles Anna Chiara Amirante, Luisa Ieluzzi, Danilo Notaro e Alessandro Staiano sulla musica di Glazunov, è stato ideato da Petipa come coreografia dove apprezzare danza pura, non narrativa, che risaltasse la tecnica classica ed ebbe grande successo soprattutto grazie alle musiche gradevoli ed apprezzabili da un pubblico ampio.

I quattro capolavori contemporanei propongono, invece, coreografie impervie ma legate fortemente all’io interiore dei ballerini. Uno spettacolo, quindi, eterogeneo ed impegnativo che mette in mostra la forza e l’eleganza del ballerino e che propone un’innovazione data dall’unione dell’acclamato balletto classico con affermate coreografie contemporanee.

Napoli 2023 (Ph. L. Romano)

Napoli 2023 (Ph. L. Romano)

Oltre al grande balletto tratto dal repertorio di Petipa, sulla scena del Politeama torna uno dei capolavori del repertorio classico, “Les Sylphides” con le coreografie di Mikhail Fokine, presentato per la prima volta nel 1909 al Théâtre du Châtelet di Parigi dai Balletti Russi di Sergej Djagilev. Esso risulta composto di sole variazioni per corpo di ballo femminile e per un solo interprete maschile nel ruolo del poeta sognatore, su brani musicali di Fryderyk Chopin orchestrati.

Il sottotitolo “Rěverie romantique” (Sogno romantico) rievocava, pur appartenendo a un periodo storico molto diverso, le atmosfere e lo spirito del primo Ottocento, secondo Fokine dotato di espressività autentica. Per richiamare in maniera evidente le caratteristiche visive del primo Romanticismo, Fokine ricorse ai lunghi tutù dell’atto bianco della “Sylphide” di Filippo Taglioni del 1832 (con cui spesso erroneamente il nostro balletto è confuso) e questo fu anche il motivo per cui l’impresario Diaghilev volle modificare il titolo dall’iniziale Chopiniana.

Fokine fu il grande rifondatore del balletto novecentesco e “Les Sylphides” ne rappresentano a tutt’oggi una dimostrazione esemplare: il balletto era idealmente collegato a un romanticismo di danza espressiva più pura e virtuosistica, in quanto privo di trama e basato solo sulla interpretazione della musica. La perdita dello spessore drammatico da parte di chi andava in scena, aveva portato non solo la nascita di nuove espressioni corporee, ma anche una ‘revisione’ della danza accademica.

Nella seconda parte della serata abbiamo uno dei più importanti balletti della tradizione danese, “Napoli o il pescatore e la sua sposa”, di August Bournonville con le musiche di autori vari. Creata nel 1842, questa coreografia porta in scena la vitalità della città di Napoli con la sua cultura e tradizione popolare, attraverso la storia d’amore tra i due giovani innamorati Teresina e Gennaro.

La coreografia di Bournonville è caratterizzata da una combinazione di eleganza e vivacità mentre la musica fornisce un accompagnamento perfetto alle danze caratteristiche della tradizione napoletana, come tarantelle e brillanti combinazioni salti.

Napoli, ossia il pescatore e la sua sposa”, non è solo un ‘omaggio’ alle scene di vita quotidiana che durante il suo soggiorno a Napoli il coreografo aveva potuto osservare dal borgo marinaro di Santa Lucia: è un punto di confluenza di aspetti tecnici e aspetti scenografici, se si pensa al Vesuvio sul fondale. Non vanno inoltre trascurati gli echi musicali di canzoni popolari oggi considerate classiche, come Io te voglio bene assaje e tu nun pienz’a me.

Molto semplice la trama: il pescatore Gennaro è innamorato di Teresina e si muove con lei in una danza di piazza nel primo atto, sullo sfondo di una città brulicante di scugnizzi. Partiti per una gita in barca, i due giovani sono colti da una tempesta e Teresina affonda in mare, mentre Gennaro si salva; la scena si trasferisce presso la Grotta Azzurra dell’isola di Capri, dove il dio Golfo, innamorato della ragazza, la colloca tra le Naiadi del suo corteo. Un amuleto della Madonna e il suo amato sceso negli abissi la salvano, così i due possono fuggire. Il terzo atto è composto da trii e assoli, per concludersi nella lunga tarantella finale.

Quello che si vede con Bournonville è un romanticismo positivo, che nulla ha a che vedere con le tragedie che potevano in quegli stessi anni affermarsi con un balletto come “Giselle” in Francia. La compagnia del teatro San Carlo in seguito a questi due importanti titoli debutterà in estate con Nijinsky Balanchine dal 26 luglio di questo anno.

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