LABORATORIO DELLE IDEE PER LA PRODUZIONE E LA PROGRAMMAZIONE DELLO SPETTACOLO LOMBARDO
NEXT Laboratorio delle idee
Programma Spettacoli di Danza del 24 ottobre
DanceHauspiù via Tertulliano, 70
15:00 | Sanpapié AMIGDALA*
15:40 | Quattrox4 GRETEL
16:20 | Contart IO NON SONO DI QUESTO MONDO
17:00 | Fattoria Vittadini DIA-FANTASIE RITMICHE
17:40 | Perypezye Urbane S.O.P. – SOME.OTHER.PLACE
18:20 | Ariella vidach – AiEP CORPOMEMORY
A seguire, brindisi con le compagnie
* Spettacolo in cuffia. È necessario ritirare le cuffie 15 minuti prima dell’evento.
AMIGDALA
Compagnia Sanpapié
AMIGDALA prosegue la ricerca della compagnia verso una “danza pubblica” intesa come esperienza partecipata di pubblico e performer in spazi urbani e naturali, architetture, edifici, sale teatrali: gli spettori sono invitati all’interno della performance stessa, condividendo spazi concreti che annullano distanze e rinunciano a filtri. Musica, parole e suoni vengono restituiti attraverso un sistema di cuffie silent-disco che permette massima dinamicità attraverso la scenografia urbana in spontaneo e quotidiano movimento.
La danza occupa lo spazio nella sua cifra contemporanea ed astratta attraverso composizioni e rotture in costante evoluzione che non permettono una narrazione lineare ma aprono ad un sentire comune, emotivo, energetico ed empatico. Il modellarsi della performance sulle caratteristiche specifiche di ogni luogo e l’inclusione del movimento del pubblico nel disegno coreografico e nella composizione musicale, creano uno spazio di libertà comune dove poter scegliere e cambiare punto di vista, posizione e relazione con l’azione scenica. Amigdala tratta del meccanismo del trauma inteso come quell’avvenimento prodotto nell’organismo da qualsiasi agente capace di un’azione improvvisa e rapidissima, che provoca modificazioni generali, cambiamento, trasformazione, evoluzione. L’organismo è inteso come corpo umano, corpo sociale, spazio comune e tempo percepito. Potrebbe trattarsi di una malattia, un incidente, un terremoto, una crisi sociale o economica, una nascita o una morte, ma ogni volta ci troveremmo di fronte alla necessità di riorganizzare e ricreare un sistema che si è frantumato e scisso per potersi generare di nuovo.
AMIGDALA, come dice il titolo, esplora cosa accade nelle nostre amigdale celebrali in quel punto di rottura e trasformazione, quali sono le nostre comuni dinamiche di reazione, percezione e come la nostra intelligenza emotiva, corporea e sociale si comporta di fronte al cambiamento. Amigdala è un’esplorazione emotiva, un’opera corale, una danza pagana e attuale che celebra l’individuo come parte fondamentale di sistemi allargati che si rompono e si ricostruiscono nella giostra dell’esistenza e del tempo. È un organismo danzante unico, un corpo sociale frammentato in continua metamorfosi che si sfida nella caduta e nel cambiamento, esorcizzando con il corpo la paura della diversità e dell’ignoto, perdendo identità e inventandone di nuove. Non c’è uno stile o una forma unica per la danza: il corpo si perde e si riplasma continuamente in riposta a stimoli esterni diventando scenario di dinamiche inafferrabili.
Il testo dello spettacolo, tutto giocato nella parte iniziale, funge da vero e proprio prologo, e lavorando di concerto con il sound-designing svolge una duplice funzione: da un lato opera un primo disvelamento del “tema” rendendo accessibile il concetto che sta alla base della drammaturgia – cos’è l’amigdala, come funziona – e dall’altro, attraverso immagini, associazioni, aperture e improvvise interruzioni, si serve del linguaggio poetico per sollecitare stimoli che attivano nel qui e ora il funzionamento dell’amigdala dello spettatore, al fine di prepararlo ad una fruizione logica ed emotiva della performance.
La musica, composta da Francesco Arcuri, nasce da sperimentazioni sonore realizzate durante il primo lockdown e proprio per questo risuonano tutti quei sentimenti contrastanti che la pandemia ha scatenato. È una musica cerebrale, tormentata, è un corto circuito in continua evoluzione nel tentativo di trovare una via di fuga, fino ad arrivare ad un apice emozionale in cui la parte istintiva e ritmica lascia il posto ad uno svuotamento. Una distensione interiore che si riempie di nuova linfa vitale, più musicale, dove le armonie e la melodia sanciscono una rinascita quasi spirituale.
- di: Lara Guidetti
- drammaturgia: Saverio Bari
- coautore: Saverio Bari, Francesco Arcuri
- cast: Fabrizio Calanna, Sofia Casprini, Luis Fernando Colombo, Gioele Cosentino, Matteo Sacco, Lara Viscuso
- regia: Lara Guidetti
- in coproduzione: MILANoLTRE Festival
- in collaborazione: Teatri di Vita/programma Artisti nei territori della Regione Emilia- Romagna e Officine CAOS/Residenza Multidisciplinare Arte Transitiva Regione Piemonte nell’ambito del Progetto CURA 2021 – Cluster Tav-TechForLife Cluster Lombardo Tecnologie per gli Ambienti di Vita, Dott.ssa Antonella Monteleone, Istituto IEO e i pazienti del progetto We Will Care
- durata: 45 minuti
Gretel
Compagnia Quattrox4
Un quadrato, tanti piccoli oggetti: un vassoio, una teiera, un prato all’inglese, un comodino. E poi Fritz e Oscar, silenziosi coinquilini in una minuscola casa. Gretel si muove nel suo microcosmo di piccole cose, sbadata e rigorosa, caotica e attentissima a tenere vivo l’ordine bizzarro dei suoi oggetti fuori scala e fuori posto. Poi, a un tratto, la catastrofe. Cosa vuol dire casa? Con l’immediatezza di narrazione della fiaba, Gretel percorre sola i sentieri dell’esistenza, tra circo contemporaneo, danza e manipolazione di oggetti. Un inno alla migrazione, un’ode alla tenacia del sapersi reinventare, nonostante tutto. Una riflessione delicata e profonda sul chi va e chi resta, sul resistere sempre. Anche quando tutto crolla.
Età: + 5 anni
Tel. +39 3331868246
- di: Clara Storti
- cast: Clara Storti
- in coproduzione: Quattrox4 Circo ETS
- in collaborazione: RSGT/FLIC – Residenza Surreale, Mon Circo/MagdaClan, Dinamico Festival, Circo all’inCirca, Fabbrica C – Puntata Zero, Spiazzo_circo fuori dal vaso
- durata: 50 minuti
IO NON SONO DI QUESTO MONDO
Compagnia Contart
IO NON SONO DI QUESTO MONDO
Ma sono in questo mondo e ne abito il confine.
Cosa è vero e cosa è falso, dal momento che non c’è verità più incrollabile di quella a cui si vuole credere?
La mente è un’invenzione di Platone, dunque “non c’è altra evidenza che quella del corpo”.
Contro il culto del piacere immediato.
Contro la dissociazione morale.
Io confida nell’illimitato potenziale dello spirito umano.
- di: Paola Lattanzi
- drammaturgia: Paola Lattanzi
- cast: Dancehaus Company
- coreografia: Paola Lattanzi
- durata: 20 minuti
DIA-FANTASIE RITMICHE
Fattoria Vittadini
Lo spettacolo è una performance multidisciplinare sul tema del dialogo e della natura della relazione.
Partendo dall’etimologia della parola dialogo (dal greco dia, che significa in mezzo a/ fra, e logos che significa, nella sua accezione più ampia, ragione/significato/parola) si intende creare una scrittura coreografica sulla relazione in continuo divenire tra due corpi.
Attraverso una serie di quadri, le due danzatrici ed il compositore sviluppano “fantasie ritmiche” che traducono gestualmente e musicalmente alcuni dei dialoghi delle “Operette Morali” di Giacomo Leopardi: “Dialogo di Ercole e di Atlante”, “Dialogo della Moda e della Morte”, “Dialogo della Terra e della Luna”, “Dialogo di un Folletto e di uno Gnomo”.
Attraverso l’opera di Leopardi, che propone profonde riflessioni sul rapporto dell’uomo con la natura e con la storia attraverso l’uso di un linguaggio colloquiale ed ironico, le artiste si interrogano sul valore al giorno d’oggi di elaborare visivamente ed interpretare coreograficamente le tematiche presenti nei suoi testi.
Si pone l’accento sul gesto come segno visivo, dotato di una propria musicalità e significato, per creare un universo dove l’astratto diventa concreto, rivelando un paesaggio composto da orbitanti costellazioni di movimenti, suoni e dinamiche che trasportano in un ipnotico vortice di conversazioni.
Tramite un sistema di microfoni a contatto, manipolati live dal musicista, semplici sgabelli diventano casse percussive e di risonanza per i movimenti eseguiti.
Il rapporto di relazione/dipendenza corpo-suono diventa il punto d’incontro tra le due performer che, nella loro continua ricerca di comunicazione, diventano quindi generatrici di suoni, rumori ed eco, rendendo tangibili i segni che esse disegnano facendo vibrare e riverberare lo spazio attorno a loro.
Il linguaggio coreografico intesse così forme dialogiche dalle diverse sfumature espressive che celebrano in ultima istanza la natura dell’essere umano.
[…] Moda. Io sono la Moda, tua sorella.
Morte. Mia sorella?
Moda. Sì: non ti ricordi che tutte e due siamo nate dalla Caducità?
Morte. Che m’ho a ricordare io che sono nemica capitale della memoria.
Moda. Ma io me ne ricordo bene; e so che l’una e l’altra tiriamo parimente a disfare e a rimutare di continuo le cose di quaggiù, benché tu vadi a questo effetto per una strada e io per un’altra. […]
(Giacomo Leopardi, Operette Morali, Dialogo della Moda e della Morte)
- di: Maria Giulia Serantoni
- drammaturgia: Maria Giulia Serantoni e Maria Focaraccio
- coautore: Maria Focaraccio
- cast: Maria Giulia Serantoni e Maria Focaraccio
- regia: Maria Giulia Serantoni e Maria Focaraccio
- coreografia: Maria Giulia Serantoni e Maria Focaraccio
- in collaborazione: CANGO-Residenze MigraMenti
- durata: 35 minuti
S.O.P. – SOME.OTHER.PLACE
Compagnia Perypezye Urbane
Questa nuova creazione coreografica cerca di individuare le forme della relazione tra performer, spazio e immaginazione, provando a condurre lo spettatore in un viaggio dentro la densità della materia e allo stesso tempo in un altrove percettivo e immaginativo.
Il corpo danzante si posiziona in uno spazio vuoto, percorribile, spazio che diventa intimo, mutevole, in continuo adattamento percorre un movimento labirintico e potente. Lo sguardo della danzatrice si apre all’immagine, un qualche altro luogo e riverbera nello score musicale dal vivo di Spartaco Cortesi.
Il dispositivo coreografico conduce a un corpo che si sorprende del movimento ed è sorpreso, lontano ma presente in uno spazio inconsistente ma visionario.
La performer offre uno sguardo che cerca una iper realtà, coinvolgendo e portando i passeggeri/spettatori in un processo empatico fra reminiscenza e predizione. Nella scrittura coreografica emergono leggerezza, disorientamento, vitalità, carnalità, un corpo fragile e atletico che agisce cercando coordinate, mira all’evasione del proprio spirito, attraverso un linguaggio e una narrazione privata, femminile, che coinvolge lo spettatore.
- di: Sara Sguotti
- drammaturgia: Elena Giannotti
- cast: Sara Sguotti e Spartaco Cortesi
- coreografia: Sara Sguotti
- in coproduzione: Interplay Festival – Mosaico Danza
- in collaborazione: Company Blu, Armunia/Festival InEquilibrio, Atelier delle Arti, Cango
- durata: 30 minuti
CORPOMEMORY
Compagnia Ariella Vidach – AiEP
CorpoMemory è una performance nata dall’osservazione del ruolo dei nuovi media nel sistema di relazioni che creiamo e nella produzione della memoria, secondo un sistema di dati che si trasferisce e si genera in un dispositivo esterno che diventa il contenitore delle biografie individuali e collettive.
Tale fenomeno è particolarmente evidente nelle e nei protagonisti dei flussi migratori e nelle nuove cittadinanze, dove il legame con l’altrove e il pericolo della perdita della relazione con la propria origine è sempre presente.
CorpoMemory interroga quindi la permeabilità del corpo rispetto ai media, con un riferimento particolare allo smartphone, secondo una scrittura di danza che lavora sulla sua penetrabilità rispetto ai flussi di dati e sulle dilatazioni dei suoi confini.
Il corpo contemporaneo è un corpo ibrido, permeabile, attraversato costantemente da informazioni. Allo stesso tempo è un corpo della moltitudine, che riflette il tema della sovrappopolazione del nostro pianeta e dei flussi migratori, e si fa portavoce di una pluralità di culture in una dinamica di interdipendenza. E’ un corpo ibrido, disseminato, per citare un’espressione del teorico Antonio Caronia, che intercetta la condizione post-organica della condizione attuale.
Corpomemory, una grande memoria condivisa
Il lavoro di ricerca in Corpomemory, si concentra sul ruolo dello smartphone nell’era delle migrazioni e delle smart cities, e sulla sua funzione di costruire e raccogliere archivi di immagini, cartografie di viaggi e mappe emotive e biografiche. Il dispositivo tecnologico diviene una grande “memoria” condivisa ed estesa che permette alle narrazioni personali di essere conservate e visualizzate, divenendo parte stessa della nostra identità, un passaporto, una casa, una nostra estensione nel mondo.
Realizzato da performer di diverse provenienze geografiche e con diversi statuti di cittadinanza, CORPOMEMORY raccoglie di testimonianze, racconti, interviste sull’esperienza migratoria e sulle dinamiche di movimento tra territori.
Relazione spettatori – performer – performance
La raccolta viene archiviata su un sito www.corpomemory.org in cui gli spettatori prima, dopo e nel corso dell’evento stesso – potranno accedere a informazioni- per conoscere i racconti, le esperienze, i frammenti di vita, i dati personali, i suoni e le immagini dei performer e della produzione e per poter partecipare attivamente interagendo con tutti gli elementi audiovisivi della performance.
Nel corso dell’evento è possibile stabilire un sistema di relazioni tra gli spettatori che, attraverso i testi che scorrono sul display del loro cellulare e sulle pareti, possono dialogare tra loro. La sfera intima e privata diventa pubblica. I luoghi dell’azione si moltiplicano e si dislocano negli spazi di fruizione tramite una piattaforma sia fisica che on line.
Modalità di presentazione
La performance prevede differenti modalità di presentazione con diversi esiti dal punto di vista visivo e coreografico:
– partecipata, attraverso il coinvolgimento degli studenti della Scuola di Alta Formazione Paolo Grassi e degli studenti di danza contemporanea Artichoke, prevedendo anche un’interazione con il pubblico presente.
– site specific, adattando la performance a contesti urbani e non, sempre diversi come l’ultima versione realizzata appositamente per la Villa Caselli in provincia di Verbania nell’ambito del festival Nextones.
– per luoghi teatrali, rendendo fruibile la performance anche in un contesto più strutturato.
con diversi esiti dal punto di vista visivo e coreografico.
Versione partecipata
La versione partecipata di CORPOMEMORY è costituita da un flusso di informazioni che si trasferiscono e trasmettono da corpo a corpo e che che si compongono secondo un sistema di movimento articolato attraverso codici combinatori. La partitura è una trama sottilissima di segni che vengono presi in carico volta per volta da ogni partecipante che ne determina il ritmo, la qualità, la variante secondo un proprio segno stilistico. Attraverso il principio di circolarità nello spazio, il sistema di CORPOMEMORY affronta, dal punto di vista del corpo, della percezione, dell’apertura all’altro, uno sviluppo del sistema di relazioni che la comunità contemporanea mette in campo, sensibilizzando i corpi a un ampliamento della capacità di accoglienza e della disponibilità all’ascolto.
Versione per spazi teatrali
La versione teatrale di CORPOMEMORY mette in campo un complesso sistema visivo, percettivo, coreografico attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie e new media che aprono la scatola teatrale informando di segni e presenze le sue pareti, la sala e gli stessi smartphone degli spettatori.
Il flusso di informazioni tra il corpo del danzatore e quello dello smartphone dello spettatore genera un sistema di relazioni tra chi assiste allo spettacolo e i performer, offrendo nuovi punti di vista e permettendo uno sguardo ravvicinato sulla danza e sulle loro biografie, attraverso l’ausilio della realtà aumentata.
Il risultato è la costruzione di un ambiente sensibile delineato nei tratti e nell’estetica, attraverso l’elaborazione delle scelte prese dalla collettività e da un’intelligenza artificiale.
Le parole, proiettate simultaneamente e in tempo reale sugli schermi degli smartphone e sui fondali della sala, diventano frasi che, in questa doppia “dimensione” acquisiscono un senso nuovo, a volte puramente casuale e confuso, a volte molto compiuto e preciso, costruito attraverso un criterio di selezione algoritmico dei testi.
All’interno di questo percorso, inteso come passaggio e ambiente di alterazione di informazioni, si sviluppa il tema della performance, con una coreografia che si dilata nel tempo e nello spazio, sospende il flusso indistinto dei dati, li elabora e li trasforma in linguaggio visivo e sonoro.
Il sistema interattivo sviluppato appositamente per CorpoMemory si basa su di una porzione di programma (patch) definito “regia mobile” creato con il software vvvv che installato su di un computer in regia permette agli smartphone di tutti gli spettatori presenti in sala, di essere collegati e di poter inviare e ricevere testi, suoni e immagini, videoproiettati, in grande formato e in modo immersivo a 360°, sulle pareti dello spazio performativo.
Versione site specific
Nella versione site specific di Corpomemory, lo smartphone permette di costruire un ambiente sensibile delineato nei tratti e nell’estetica, attraverso l’elaborazione delle scelte prese dalla collettività.
Nel corso dell’evento è possibile stabilire un sistema di relazioni tra gli spettatori che, attraverso i testi che scorrono sul display del loro cellulare e sulle pareti, possono dialogare tra loro. La sfera intima e privata diventa pubblica. I luoghi dell’azione si moltiplicano e si dislocano negli spazi di fruizione tramite una piattaforma sia fisica che on line.
Il dispositivo di selezione diventa il nuovo interlocutore che altera, distrugge, ricrea e nobilita i concetti trasmessi dallo spettatore e che ci interroga sull’effetto della trasmigrazione dei dati e sulla sua possibilità di trasformarsi da strumento di relazione, a oggetto di fraintesi e discriminazioni.
Lo spazio diventa un contenitore immersivo di flussi visivi, testuali e coreografici, che il danzatore abita in forma collaborativa con chi partecipa, reagendo e innestandosi con il sistema che di volta in volta viene generato.
- di: Claudio Prati e Ariella Vidach (idea)
- drammaturgia: Ariella Vidach
- cast: Marina Bertoni, Sofia Casprini, Ilaria Quaglia
- regia: Claudio Prati e Ariella Vidach
- coreografia: Ariella Vidach
- in coproduzione: Avventure in Elicottero Prodotti, Ariella Vidach AiEP, DiDstudio, Tones on The Stones
- in collaborazione: MIC Roma, NEXT/ Regione Lombardia, Comune di Milano, DAC Comune di Lugano, DECS Divisione Cultura Canton Ticino/Swisslos
- durata: 60 minuti